Ritornare da Auschwitz è il ritorno da un altro ove disumano, da una terra desolata che oggi possiamo leggere solo attraverso le tracce, – concrete, vere, ma mutate dalla storia e dalla memoria -, lasciate dalla sterminata selva rossa degli inutili alti camini di stufe mai accese delle baracche di mattoni, dove venne via via rinchiusa un’umanità, (quella temporaneamente scampata alle terribili selezioni per le camere a gas), alla quale era stato tolto il nome di uomo, di donna, di bambino. Ebrei, sinti e rom.
Per i nazisti quelle selve di filo spinato erano recinti elettrificati per stück, – pezzi, capi di bestiame -, da sfruttare fino allo sfinimento, per gasarli prima e ridurli in cenere poi negli immensi Krematorium II e III, oppure IV e V, modernissime ed efficientissime macchine del razionale e perverso sistema di produzione della fabbrica della morte.
Auschwitz appartiene ad un disumano altro ove razionalmente ideato e concepito dalla perversa creatività nazionalsocialista. Il lager deve trasformare in sub-umani quegli esseri che sono considerati un impedimento alla nascita di una nuova specie “superumana”, destinata al dominio totale. Il sistema concentrazionario nazista arriverà a comprendere migliaia di campi, che sono diffusi in tutta l’Europa occupata dai nazisti, con il solerte aiuto dei regimi fascisti, a partire da quello italiano, oltre che di centinaia di migliaia di volenterosi e solerti collaboratori. Ma visitare Majdanek, Treblinka, Sobibor, Chelmno, Belzec, oppure Dachau, Buchenwald, Sachsenhausen, Mauthausen, Bergen Belsen, Natzweiler – Struthof …riguarda il presente, non il passato.
La Memoria è senza alcun dubbio uno dei più potenti anticorpi da iniettare con grande forza nel corpo malato di una società, italiana ed europea, dove i batteri del razzismo, a fronte delle immigrazioni, sono sapientemente messi in un brodo di coltura fecondato dalla paura, – del diverso, dello straniero – che deforma prima di tutto noi stessi, con il rischio di farci smarrire il senso dell’appartenenza ad un’unica razza, quella umana. L’imperativo a non dimenticare è il lascito prezioso e difficile di Primo Levi, e, dopo molti decenni, di molti altri testimoni , sopravvissuti ai lager. Il testimone è oggi l’unico che può ancora trasmettere ai giovani la memoria delle atrocità a cui vennero sottoposti per trasformarli da esseri umani in nudi corpi disabitati, in cadaveri vivi, in numeri da comprendere in una lingua altra,latrato rabbioso dell’aguzzino. La memoria dei campi aiuta a far crescere le giovani generazioni che comprendono che andare ad Auschwitz e negli altri luoghi di memoria dove è nata la libertà, è compiere un viaggio nel presente, nel quotidiano intessuto di un pericoloso razzismo, spesso camuffato. Significa diffondere ed irrobustire gli anticorpi che devono difendere prima di tutto il nostro essere uomini e donne degni di appartenere alla razza umana.
Il Mediterraneo è diventato una grande fossa comune di acqua salata. Le sue acque hanno inghiottito migliaia di migranti, uomini, donne e bambini, disperati, che la speranza in una vita migliore hanno reso vittime di mercanti d’uomini senza scrupoli, ma spesso vittime anche della nostra indifferenza. Nazionalismo e razzismo, ingredienti principali di ogni ideologia negatrice dell’umanità dell’altro, oggi ancora fortemente operanti, sono indubbiamente all’origine di altri crimini contro l’umanità che sono di nuovo accaduti, sotto gli occhi del mondo, sotto gli occhi dell’ONU, senza essere impediti. Cambogia, Ruanda, Bosnia, Srebrenica, Kosovo, Darfur, Palestina, Afghanistan… sono diventati sinonimi di atrocità, evocano stragi e crimini contro l’umanità, genocidi che sono avvenuti ancora e che ancora avvengono, nonostante il monito severo del “Perché non accada mai più” che ci viene da Primo Levi. Gli aguzzini sono però oggi giudicati da un tribunale internazionale. L’occhio umano di un fotografo come Livio re-introduce l’uomo là dove è stato negato. Con le sue immagini crea una comunità umana capace di com-passione. Introduce uno sguardo fraterno che restituisce l’umanità ai luoghi e ai corpi dilaniati dalle bombe e dalle torture, facendocene comprendere l’orrore. Le sue foto di guerra, il suo impegno costante a far conoscere quello che molti preferirebbero ignorare, vogliono raccontarci che è di nuovo accaduto, in forme e modi diversi, ciò per cui abbiamo detto “Mai più”. E’ il suo grande contributo a far vivere la memoria.
Ilde Bottoli, Coordinatrice del Comitato Provinciale per la difesa e lo sviluppo della Democrazia di Cremona, è l’ideatrice e l’organizzatrice del progetto “Il futuro ha una memoria”.
Auschwitz Birkenau / Polonia 27 gen. 2011 – La fabbrica della morte.
Treno della Memoria – Milano / Auschwitz 27 gen.2011 – Insegnanti e studenti a bordo del treno impegnati in letture e approfondimenti.
Auschwitz / Polonia 2011 – L’entrata del campo di sterminio.
Treno della Memoria 2011 – Uno studente in visita al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau.
Auschwitz / Polonia 2011 – L’entrata del campo di sterminio.
Mappa del sistema concentrazionario nazista.
Gerusalemme / Israele 2011 – Monumento a ricordo delle vittime della Shoa. Museo Yad Vashem.
Carpi / Italia 2016 – Una immagine scattata all’interno del Museo al deportato, dedicato alla memoria delle vittime dei campi di concentramento nazisti.
Fossoli / Italia 2016 – I 5.000 prigionieri politici e razziali che transitarono da Fossoli ebbero tragiche destinazioni: Auschwitz-Birkenau, Dachau, Buchenwald, Flossenburg.
Trieste / Italia – Risiera di San Sabba. Campo di concentramento e di sterminio. Nella foto, una frase scritta da un prigioniero sul muro della camera della morte.
Risiera di San Sabba – Trieste / Italia. L’unico campo di sterminio in territorio italiano. Veduta dall’interno della Sala delle Croci, dove i prigionieri attendevano l’esecuzione.
Risiera di San Sabba – Trieste / Italia. L’unico campo di sterminio in territorio italiano. Veduta dall’interno della Sala delle Croci, dove i prigionieri attendevano l’esecuzione.
Risiera di San Sabba – Trieste / Italia. Campo di concentramento e di transito per deportati diretti in Polonia e Germania.
Dopo l’8 settembre 1943 entrò in funzione il forno crematorio e divenne un campo di sterminio.
Da 3mila a 5mila partigiani triestini e sloveni, antifascisti ed ebrei furono uccisi alla Risiera.
Risiera di San Sabba – Trieste / Italia. Campo di concentramento e di transito per deportati diretti in Polonia e Germania.
Dopo l’8 settembre 1943 entrò in funzione il forno crematorio e divenne un campo di sterminio.
Da 3mila a 5mila partigiani triestini e sloveni, antifascisti ed ebrei furono uccisi alla Risiera.
Jasenovac / Croazia 2010 – Luogo in cui sorgeva un campo di sterminio gestito dal regime filo-nazista di Ante Pavelic durante la seconda guerra mondiale. Secondo gli studiosi più accreditati, a Jasenovac morirono almeno 350mila serbi, partigiani e oppositori del regime.
Jasenovac / Croazia 2010 – Riproduzione di foto storica. Internati nel campo di sterminio gestito dal regime filo-nazista di Ante Pavelic.
Jasenovac / Croazia 2010 – Museo del campo di sterminio gestito dal regime filo-nazista di Ante Pavelic. Riproduzione di una fotografia storica. Corpo di un prigioniero ucciso. E’ uno dei pochi reperti che provano quanto accaduto in questo luogo durante la seconda guerra mondiale.
Jasenovac / Croazia 1991- Museo del campo di sterminio gestito dal regime filo-nazista di Ante Pavelic. Sulle pareti ampie fotografie delle vittime di etnia serba deportate e uccise con metodi brutali.
Jasenovac / Croazia 1991- Museo del campo di sterminio gestito dal regime filo-nazista di Ante Pavelic. Nella fotografia un tradotta con cui venivano trasportati i prigionieri a Jasenovac.
Jasenovac / Croazia 1995 – Museo del campo di sterminio gestito dal regime filo-nazista di Ante Pavelic. Dopo la guerra la struttura appare devastata. Tutti i reperti relativi ai deportati sono stati distrutti.
Jasenovac / Croazia 1995 – “Il fiore di pietra” eretto dall’architetto Bogdan Bogdanovic a ricordo delle vittime del campo di sterminio di Jasenovac.
Berlino / Germania 2004 – Memoriale dell’Olocausto, è un grande monumento situato nel quartiere Mitte di Berlino, progettato dall’architetto Peter Eisenman, assieme all’ingegnere Buro Happold, per commemorare le vittime della Shoah.
Berlino Est / DDR 1989 – Monumento a ricordo delle vittime dei campi di sterminio nazisti.
Sachsenhausen / Germania 2009 – Campo di sterminio nazista nei pressi di Berlino. Monumento a ricordo dei caduti della “Marcia della morte”, ultimo atto dello sterminio dei deportati.
Sachsenhausen / Germania 2009 – Campo di sterminio nazista nei pressi di Berlino. I resti dei forni crematori, distrutti dalle SS per cancellare le prove dell’Olocausto.
Sachsenhausen / Germania 2009 – Campo di sterminio nazista nei pressi di Berlino. Particolare di una baracca. Costruito nel 1936 per la detenzione dei comunisti e oppositori del regime, divenne luogo dello sterminio di prigionieri russi e deportati ebrei.
Sachsenhausen / Germania 2009 – Campo di sterminio nazista nei pressi di Berlino. Locali dell’infermeria dove si compivano esperimenti medici sui deportati.
Sachsenhausen / Germania 2009 – Campo di sterminio nazista nei pressi di Berlino. Monumento dedicato alle vittime.
Sachsenhausen / Germania – Campo di sterminio nazista attivo dal 1936 al 1945. Almeno 30.000 internati morirono di stenti, malattie, malnutrizione, come risultato delle pessime condizioni di vita nel campo. Molti subivano esecuzioni sommarie o morivano per effetto di brutali esperimenti medici.
Buchenwald / Germania – Tra il 1937 e il 1945 il KL di Buchenwald divenne uno dei più importanti campi di concentramento e sterminio.
Buchenwald / Germania – L’entrata del campo di sterminio nazista. I deportati morivano a causa del lavoro massacrante, gravi sevizie, condizioni igieniche e sanitarie tali da favorire epidemie, esecuzioni sommarie.
Auschwitz-Birkenau / Polonia 2011 – Binari che portavano i treni all’interno del campo di sterminio.
Auschwitz-Birkenau / Polonia 2011 – I muri di una camera a gas.
Auschwitz-Birkenau / Polonia 2011 – Il camino di una forno crematorio.
Auschwitz / Polonia 2011 – Reticolati che dividevano i vari settori del campo di sterminio.
Auschwitz / Polonia 2011 – Il micidiale Zyklon B, granuli di acido cianidrico usato nelle camere a gas.
Auschwitz / Polonia 2011 – Riproduzione di una foto storica esposta nel Museo. Sulla sinistra una donna ebrea con la sua famiglia prima della guerra. A destra le sue condizioni dopo l’internamento ad Auschwitz.
Auschwitz / Polonia 2011 – Migliaia di valigie di deportati ebrei esposte nel Block 5.
Auschwitz / Polonia 2011 – Riproduzione di una foto storica che documenta la deportazione degli ebrei dal ghetto di Theresienstadt.
Auschwitz / Polonia 2011 – Esposizione di ritratti di deportati scattati dal fotografo polacco Wilhelm Brasse.
Auschwitz / Polonia 2011 – Infermeria del campo di sterminio. Qui venivano uccisi i prigionieri con un’iniezione di fenolo al cuore.
Auschwitz / Polonia 2011 – Giocattoli e vestiario per bambini in una vetrina del Museo.
Auschwitz / Polonia 2011 – Ritratti di responsabili del campo di sterminio e in primo piano a destra il ritratto di Adolf Eichmann, ideologo e organizzatore della “soluzione finale”.
Auschwitz-Birkenau / Polonia 2011 – Interno della baracca dei bambini.
Auschwitz-Birkenau / Polonia 2011 – Interno della baracca dei bambini.
Auschwitz-Birkenau / Polonia 2011 – Resti delle baracche. Rimane solo il camino della stufa. La struttura in legno delle baracche è stata data alle fiamme dalle SS prima della fuga.
Auschwitz-Birkenau / Polonia 2011 – Macerie dei forni crematori distrutti dalle SS prima della fuga.
Auschwitz-Birkenau / Polonia 2011 – Area dei forni crematori.
Auschwitz-Birkenau / Polonia 2011 – Macerie dei forni crematori distrutti dalle SS prima della fuga.
Auschwitz-Birkenau / Polonia 2011 – Bosco di betulle che nascondeva i forni crematori alla vista dei deportati.
Auschwitz-Birkenau / Polonia 2011 – Incenerimento dei cadaveri all’aperto. Foto scattata di nascosto da un prigioniero del Sonderkommando.
Auschwitz-Birkenau / Polonia 2011 – Reticolati di filo spinato.
Auschwitz-Birkenau / Polonia 2011 – Interno di una baracca.
Auschwitz-Birkenau / Polonia 2011 – Immagini scattate dalle SS ai deportati.
Auschwitz / Polonia 2011 – Raccolta di immagini-ricordo di deportati francesi.
Auschwitz / Polonia 2011 – Il Block 24 fungeva da bordello. Erano frequentati soprattutto dai kapo, ai quali veniva affidata la sorveglianza degli altri internati.
Auschwitz-Birkenau / Polonia 2011 – Reticolati. Sullo sfondo l’edificio dell’entrata del campo di sterminio.
Auschwitz-Birkenau / Polonia 2011 – Reticolati. Sullo sfondo l’edificio dell’entrata del campo di sterminio.
Auschwitz-Birkenau / Polonia 2011 – Binari ferroviari che portavano alla “fabbrica della morte”.
Auschwitz-Birkenau / Polonia 2011 – Reticolati che delimitano il perimetro del campo di sterminio nazista.
Auschwitz-Birkenau / Polonia 2011 – Binari ferroviari che portano all’entrata del campo di sterminio nazista.
Auschwitz-Birkenau / Polonia 2011 – Fiori e messaggi deposti su uno dei carri ferroviari usati per il trasporto dei detenuti.